Alberto Malanchino all'inaugurazione dell'anno accademico 21/22
Il 7 febbraio 2022 si è svolta l'inaugurazione dell'anno accademico 21/22 di Fondazione Scuole Civiche Milano
Alberto Malanchino ha raccontato la sua esperienza e legame con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi presso cui ha studiato e diplomato.Condividi
Leggi la testimonianza di Alberto Malanchino
La mia esperienza è stata incredibile, mi sono chiesto in questi giorni cosa potessi dire a dei ragazzi che hanno un’età anagrafica molto simile alla mia, io mi sono diplomato nel 2016.
Vi posso dire che è una fortuna, ed è una grande e bellissima responsabilità far parte di un’istituzione come quella della Fondazione.
Avere la possibilità di studiare per tre anni in Paolo Grassi, un luogo che sembra un po’ in controtempo rispetto a tantissime scuole e altre istituzioni.
Di solito quando una persona studia pensa moltissimo al voto, a un risultato finale, possiamo dire quasi tecnico. Ecco, in Paolo Grassi invece c’è la possibilità di scoprire che il voto non conta, conta l’umanità, conta l’esercizio di empatia che tutti i giorni siamo tenuti ad affrontare, sia con i docenti che con i nostri colleghi.
Sono luoghi dell’anima. Non voglio dirlo per fare il finto romantico, ma veramente posti come la Paolo Grassi sono rari e dovrebbero invece essere molto più comuni non solo in Italia ma nel resto del mondo, perché si ha la possibilità di affrontare le proprie fragilità, di scoprire i propri punti di forza. E fare un passo avanti nei confronti del prossimo, che in questo periodo storico mi sembra abbastanza necessario.
Quello che vi posso dire è che studierete tantissimo. Ci saranno dei momenti tosti.
Io sono entrato in Paolo Grassi che ero pieno di domande, pensavo che sarei uscito pieno di risposte… invece tre anni dopo mi sono ritrovato diplomato, con zero euro nel conto corrente, e tantissime domande, ancora di più!
Però credo che sia una cosa ottima, perché non credo che la Scuola debba fornire necessariamente risposte ma debba dare la possibilità a tutti di farsi sempre molte più domande.