Francesco Frongia e Ferdinando Bruni portano in scena Edipo Re - Una favola nera
Francesco Frongia e Ferdinando Bruni, diplomati presso la Civica Scuola di Teatro Poalo Grassi, portano sul palco dell'Elfo Puccini "Edipo Re - Una favola nera" irta di dolorosa ironia e ambiguità
Il Re smaschera sé stesso e si scopre mostro, ogni cosa che in lui sembrava gloriosa si rivela contaminata da orribili colpe. Tra gli attori, insieme a Edoardo Barbone e Mauro Lamantia è presente anche Valentino Mannias diplomato in recitazione presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Lo spettacolo è in scena dal 15 marzo al 14 aprile presso il Teatro Elfo Puccini di Milano.Condividi
Trama
Un viaggio attraverso uno delle più famose leggende che ci arrivano dal mondo remoto, eppure vicinissimo, della civiltà greca. Una vicenda che ha l’andamento di una favola, con tanto di principe/bambino abbandonato sui monti che, divenuto impavido cavaliere, uccide un mostro ottenendo una bella regina in sposa e una corona di re. Come tutto si ribalti in catastrofe è cosa piuttosto nota ed è fonte di ispirazione per innumerevoli variazioni che, dal capolavoro di Sofocle, arrivano fino al secolo appena concluso.
La tragedia incontra dunque la fiaba, ma una fiaba nera irta di dolorosa ironia e ambiguità: il re smaschera sé stesso e si scopre mostro, ogni cosa che in lui sembrava gloriosa si rivela contaminata da orribili colpe.
A causare la caduta dell’eroe non sono pigrizia e stupidità, da cui è immune, ma il coraggio e il senso di giustizia che lo animano. Ed è da questa contraddizione che scaturisce l’ironia urticante di questa storia, qui risiede la sua straordinaria potenza metaforica. Non tutti uccidono realmente il proprio padre e si accoppiano con la propria madre, ma attraverso il dispositivo della metafora diventiamo partecipi dell’ironia della sorte e la nostra comprensione del tragico si fa più profonda e più grande.
Con sguardo contemporaneo vogliamo reinventare un rito di cui alla fine sappiamo poco: l’uso delle maschere, i costumi materici che divengono presenze scenografiche, come anche il cast tutto maschile allontanano il racconto da ogni realismo per avvicinarlo a una dimensione sciamanica e onirica capace di emozionare e di parlare all’inconscio.