La storia di Andrea Briselli
Chi sono i nostri diplomati? Cosa fanno oggi?
Andrea si è diplomato in Traduzione nel 2020. Appassionato di musica, cinema e libri, oggi lavora a Firenze come docente universitario di Inglese in una facoltà privata ed è insegnante di italiano come seconda lingua in una scuola internazionale nella stessa città. Affianca all’insegnamento l’attività di traduttore freelance collaborando con un’agenzia di traduzione di La Spezia, la sua città di provenienza.Condividi
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Quale corso o corsi hai frequentato alla Civica Altiero Spinelli?
Presso la Scuola Altiero Spinelli ho frequentato il corso di laurea magistrale in Traduzione dal 2018 al 2020, con combinazione linguistica inglese e russo e specializzazione in Traduzione professionale.
Perché hai scelto la Civica Altiero Spinelli?
Dopo una laurea triennale in Scienze della Mediazione linguistica a Firenze, sapevo che avrei voluto proseguire i miei studi nel campo della traduzione, ma il capoluogo toscano non aveva scuole per continuare questo percorso.
Guardandomi intorno e grazie anche al consiglio di una mia compagna di studi, nonché cara amica, sono venuto a conoscenza della Scuola Altiero Spinelli: ho deciso di iscrivermi subito dopo aver visto la varietà del piano di studi. In particolare, è stato il corso di Traduzione audiovisiva ad attirare la mia attenzione.
Qual è il tuo lavoro oggi?
Attualmente lavoro a Firenze come docente universitario di inglese in una facoltà privata, Unicollege SSML, e insegnante di italiano come seconda lingua in una scuola internazionale nella stessa città, l’Istituto Lorenzo de’ Medici.
Oltre all’attività di insegnamento, sono un traduttore freelance e collaboro con un’agenzia di traduzione di La Spezia, la mia città di provenienza.
In che modo la Civica Altiero Spinelli ti ha aiutato a trovare il tuo ruolo professionale?
Oltre alla varietà del programma di studi di cui parlavo prima, la Civica è stato il luogo dove per la prima volta sono stato messo di fronte agli aspetti legati alla professione del traduttore, sia positivi che negativi.
Per quanto riguarda l’insegnamento, non so dire con precisione dove sia nata la mia volontà di farlo come professione principale. Già durante i primi anni universitari davo lezioni private in inglese ed dunque è possibile che sia stata un’evoluzione naturale, ma sono sicuro che vedere all’opera alcuni docenti che ho avuto alla Civica, professionisti affermati dei loro settori, abbia contribuito a trasmettermi questa passione, anche solo a livello inconscio.
Come ultimo fattore voglio citare non la Scuola in sé, ma il fatto che si trovi a Milano, città che, a prescindere dai pareri soggettivi, offre un’enorme quantità di eventi in ogni campo. Ricordo con particolare piacere un seminario di Antonietta Pastore, traduttrice italiana di diversi libri di Murakami. Sentire parlare in prima persona la traduttrice di uno dei miei scrittori preferiti è stato illuminante sotto diversi punti di vista.
Raccontaci la tua ultima esperienza professionale.
Come esperienza professionale parlo volentieri dei corsi universitari che sto tenendo a Firenze.
Per ogni lezione cerco di preparare attività che riescano a catturare l’attenzione degli studenti e, al tempo stesso, trasmettere loro conoscenze in più ambiti. L’insegnamento di una lingua è un processo particolare, che a parer mio deve evitare le classiche lezioni frontali in cui lo studente si limita ad ascoltare. La frequenza obbligatoria nasce per far sì che gli studenti siano in contatto costante con la lingua ed è importante che ogni lezione fornisca loro sia lo spazio per apprendere nuovi contenuti, sia quello per praticarli. In questo senso, le tecniche d’insegnamento che ho appreso durante il corso CELTA all’International House di Londra si sono rivelate fondamentali.
L’avere a che fare con studenti non troppo distanti dalla mia età mi permette inoltre di tenere con loro un dialogo stimolante su più fronti e non scherzo quando dico che ho imparato di più da quando ho iniziato a insegnare che durante i miei anni da studente. Il mio approccio alle lezioni è diverso da allora e il mio perfezionismo, purtroppo o per fortuna, mi porta a curare tutto nel dettaglio, a interiorizzare meglio le cose che io stesso cerco di trasmettere alla classe.
Com’è cambiato il tuo lavoro con il Covid-19?
Più che cambiato, è meglio parlare di come il mio lavoro durante la pandemia sia iniziato. Infatti, ho cominciato a lavorare come docente presso Unicollege a fine 2020, quando tutte le lezioni o quasi erano online.
Essendo stato abituato fino a quel punto a tenere lezioni individuali di persona, il fatto di dare lezione a una classe online ha avuto i suoi pro e contro.
Un aspetto negativo, naturalmente, era la mancanza di “contatto” con gli studenti: ciò che s’impara in classe può essere appreso anche online, ma sono dell’idea che la presenza fisica in aula renda il processo di apprendimento molto più efficace. Oltre a questo, gli eventuali problemi tecnici, che sono all’ordine del giorno, anche se da questo lato devo dire di essermela sempre cavata bene.
Passando agli aspetti positivi, l’aver iniziato la mia attività d’insegnamento a livello professionale online mi ha permesso un impatto più “morbido” con l’insegnare a intere classi. Ho iniziato con un solo corso focalizzato sulla traduzione in ambito giuridico (tenuto dalla sala prove insonorizzata del mio gruppo musicale a La Spezia per sfuggire al cane che a casa abbaia spesso senza un valido motivo) e, quando l’anno accademico successivo le lezioni sono tornate in aula e mi sono stati affidati più corsi, l’essermi “fatto le ossa” attraverso il computer per un anno intero si è rivelato essenziale.
Che consiglio vuoi dare agli studenti di oggi della Civica Altiero Spinelli?
Più che agli studenti dell’Altiero Spinelli in generale, posso dare un consiglio a quelli del corso di Traduzione, in quanto è quello che ho frequentato io stesso.
Sebbene vi siano altri indirizzi di laurea più specifici (penso in particolar modo al campo medico), quello della traduzione è un settore in cui è necessario che il laureato, al termine del percorso di studi, si sappia in qualche modo “reinventare” per poter emergere in una disciplina specifica. È importante capire il ramo in cui si vorrebbe andare a operare e approfondire determinati settori, in modo da potersi specializzare sin da subito in quello e aspirare a fare qualcosa che ci piaccia e ci gratifichi.
Conoscere le lingue più richieste sul mercato semplifica le cose, ma al giorno d’oggi lavorare esclusivamente come traduttore, almeno in Italia, non è semplice e tutti gli insegnanti che ho avuto accostavano a questa professione anche le ore in classe. Ciononostante, non è detto che con la giusta rete di conoscenze e una buona promozione della propria attività si possa riuscire in questo intento.
Io ho scelto l’insegnamento in quanto, almeno per ora, è una professione che svolgo con piacere e che riesco ad affiancare ai lavori di traduzione, ma le vie percorribili con questa laurea sono davvero tante.
Per me, la cosa più importante è non smettere mai di imparare, evitare di fossilizzarsi in una posizione ed essere costantemente sottoposti a stimoli e sfide che sappiano gratificarci per ciò che abbiamo studiato, per la nostra passione.
Vi faccio un grosso in bocca al lupo.
Chi è Andrea?
Classe 1996 e spezzino di nascita, da anni mi divido fra La Spezia e Firenze, dove lavoro. Da sempre incline per natura verso le lingue e l’inglese in particolare, cosa che, insieme all’essere negato in matematica, ha semplificato la scelta del campo di lavoro.
Appassionato di musica, cinema e libri, che sono tanto importanti quanto la vita nel mondo reale, se non di più. Da anni suono e scrivo canzoni per il mio gruppo, I Pixel, progetto musicale che ho avviato alle superiori e che porto avanti tuttora.
Abbonato alle partite casalinghe dello Spezia Calcio e alimentato, fra le altre cose, da due forze opposte fra loro: una mi rende affezionato ai posti in cui sono nato e cresciuto, l’altra mi porta a viaggiare per spezzare la monotonia e conoscere persone e posti nuovi. Cerco di soddisfarle entrambe, con risultati più o meno discutibili.