La storia di Beatrice Ceruti
Chi sono i nostri diplomati? Cosa fanno oggi?
Beatrice Ceruti si è laureata in Traduzione letteraria alla Civica Altiero Spinelli. Oggi lavora principalmente nella localizzazione dei videogiochi e sta muovendo i primi passi per affermarsi in altri ambiti come la traduzione di giochi da tavolo, fumetti e libri. Tra i suoi propositi: iniziare a studiare presto il giapponese!Condividi
Leggi l'intervista a Beatrice
Quale corso o corsi hai frequentato alla Civica Altiero Spinelli?
Ho frequentato il corso di laurea magistrale in Traduzione dall’inglese e dal tedesco e al secondo anno ho scelto il percorso letterario
Perché hai scelto la Civica Altiero Spinelli?
Una mia cara amica era iscritta al primo anno della Civica e mi ha parlato della sua esperienza alla scuola. I corsi mi sembravano estremamente interessanti e ho sempre amato le lingue e la traduzione; quindi, ho deciso di provare il test di ingresso… e sono passata!
Quale è il tuo lavoro oggi?
Lavoro come traduttrice freelance a tempo pieno nella localizzazione dei videogiochi, un settore davvero stimolante e appagante. Adesso mi sono ritagliata la mia fetta di clienti e sto muovendo i primi passi per affermarmi in altri ambiti che mi interessano molto, e in cui ho lavorato sporadicamente, ovvero la traduzione di giochi da tavolo, fumetti e libri.
In che modo la Civica Altiero Spinelli ti ha aiutato a trovare il tuo ruolo professionale?
Ammetto di sentirmi fortunata, perché sono una persona a cui piace tradurre dalla mattina alla sera e quindi le mie aspirazioni lavorative sono coincise con lo sbocco professionale del mio corso di laurea. Detto ciò, la scuola è stata un’ottima palestra per destreggiarsi con la traduzione, capirne i meccanismi pratici e teorici e imparare l’arte (e metterla da parte).
Raccontaci la tua ultima esperienza professionale
Da libera professionista, lavoro giornalmente su diversi giochi, ma parlo volentieri di un grosso progetto che uscirà nel prossimo futuro. Sto localizzando un videogioco ambientato in Giappone, nel passato, che si sta rivelando una sfida stimolante perché io e i miei colleghi dobbiamo ricreare un parlato che suoni adatto al periodo, senza esagerare per renderlo fruibile ai giocatori, prendendo in considerazione i diversi livelli di formalità tra i personaggi dettati dalla lingua giapponese e dobbiamo inoltre gestire anche riferimenti culturospecifici e storici molto marcati. Insomma, di sicuro non ci stiamo annoiando!
Com’è cambiato il tuo lavoro con il Covid-19?
Penso che la localizzazione dei videogiochi sia uno dei pochi settori che non ha risentito dell’impatto del Covid e, anzi, gli ultimi due anni sono stati molto impegnativi e intensi per me e molti colleghi. In fondo, tante persone si sono distratte con i videogiochi e, che fossero su console, PC o mobile, qualcuno doveva pur tradurli.
Che consiglio vuoi dare agli studenti di oggi della Civica Altiero Spinelli?
Vi consiglio di godervi la bellezza della traduzione e prendere con la giusta leggerezza il percorso studi che state facendo. Sono anni impegnativi quelli della Civica, ma cercate di trarne il meglio perché, in fondo, tradurre significa comprendere il testo, e gli autori e una cultura diversa, a un livello profondo, avere una possibilità unica di giocare con la nostra lingua meravigliosa e aiutare qualcuno a fruire di contenuti che desidera o di cui ha bisogno.
Chi è Beatrice?
Sono nata a Monza, ho vissuto a Berlino per diversi mesi in più occasioni e ora mi sono stabilita in provincia di Milano insieme al mio compagno e al mio fidato aiutante, un simpaticissimo Golden Retriever di nome Chewbe.
Dopo una fallimentare scelta liceale in ambito scientifico, ho capito che le lingue erano la mia passione e mi sono iscritta al corso di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Cattolica di Milano per poi approdare alla Civica per la Magistrale in Traduzione. Lavoro con l’inglese e il tedesco, conosco bene il francese, e presto conto di iniziare a studiare giapponese.
Lavoro principalmente nella localizzazione dei videogiochi e ammetto che, da figlia degli anni ’90 cresciuta a suon di cartoni, PlayStation e Game Boy, forse avrei dovuto stupirmi di meno quando sono approdata a questa scelta. Com’è prevedibile, amo leggere romanzi, soprattutto fantasy, sono una grande appassionata di manga e adoro l’animazione orientale e occidentale.