"Montagne di Plastica" e "Plastic River" vincitori in numerosi Festival
I due documentari di Manuel Camia, diplomato alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, raccontano con grande lucidità il degrado ambientale
Un viaggio documentato dai ghiacciai più alti del Parco Nazionale dello Stelvio ai fiumi e laghi della Lombardia.Condividi
Montagne di Plastica
Montagne di Plastica è un documentario che segue il primo studio mondiale sulla contaminazione da plastica dei ghiacciai. Racconta l’iter di lavoro del team di ricerca dell’Università degli Studi di Milano: fatto di notti all’addiaccio, investigazioni sul campo ed analisi in laboratorio. Partendo dalle evidenze scientifiche verrà indagata l’intricata connessione tra i nostri comportamenti e questi ecosistemi che abbiamo sempre considerato oasi incontaminate.
Due ricercatori milanesi stanno cercando di capire come milioni di microparticelle siano arrivate fin sulle nevi dell'Ortles, nel Parco dello Stelvio. Manuel Camia, giovane regista ed ex studente della Civica Luchino Visconti, ha seguito il loro studio, il primo al mondo sulle contaminazioni da plastica del ghiaccio documentando, attraverso il linguaggio del Cinema, come il problema ambientale evada non solo i confini geografici, ma anche quelli temporali coinvolgendo le generazioni future negli errori di chi le ha precedute.
Manuel che ha realizzato il film in collaborazione con Chora, associazione culturale che vuole valorizzare, attraverso la creatività, la cultura e il rispetto ambientale, dice di puntare a restituire alla divulgazione ambientale autenticità, rigore, onestà.
"Ho voluto usare il linguaggio del cinema per documentare con rigore le indagini scientifiche di due ricercatori – Marco Parolini e Roberto Ambrosini, del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano – in questo immenso e magnifico laboratorio a cielo aperto che è la montagna, che raccoglie e congela i segni dell’attività dell’uomo trattenendone nel tempo le tracce: la montagna si presta molto bene a provare che i problemi ecologici non travalicano solo i confini geografici, come dimostrano ormai gli incredibili viaggi della plastica lungo tutto il nostro pianeta, ma anche quelli temporali, intrappolando le generazioni di domani negli errori di chi le ha precedute".
I Festival
Cinemambiente Torino
Sondrio Festival
Honorable Mention
London Movie Awards
Honorable Mention
Arctic Film Festival
Finalist
Italian Green Film Festival
Winner
Paris Film Awards
New York Movie Awards
Winner
International Nature and Environmental Protection Festival
Transitions Film Festival in Australia
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Plastic River
Manuel Camia è autore anche del documentario Plastic River, in cui ha seguito le uscite in kayak di Tiberio, un ragazzo lombardo che tutti gli anni risale i fiumi e i laghi della sua terra per immergersi nelle loro meraviglie e intanto ripulirli delle bottigliette e del packaging in plastica galleggianti.
Il regista ha scelto di raccontare il disastro ambientale dei fiumi lombardi attraverso la storia di un ragazzo innamorato dell’integrità dei luoghi di nascita e che non è disposto a perderla. Senza mai calcare la presenza dei rifiuti o indugiare nei luoghi dove se ne trovano in abbondanza, il regista intreccia i sentimenti di Tiberio con le informazioni elaborate da scienziati e studiosi e i dati sulla vertiginosa esplosione della plastica, negli ultimi 70 anni.
"Ho scelto di raccontare il viaggio di Tiberio senza enfatizzarne le gesta o alterarne l’operato, ad esempio non trascinandolo in luoghi dove potessimo incontrare volutamente rifiuti in grande quantità.
L’obbiettivo fin da subito è stato quello di valorizzare la bellezza della natura e dei posti che un ragazzo in kayak avrebbe scelto per il suo itinerario, presentandolo in antitesi allo scempio dell’inquinamento.
Il disimpegno ambientale e il degrado sono elementi che certamente abbiamo voluto evidenziare, ma la priorità è sempre stata raccontare la relazione tra Tiberio e la natura che per tanti anni ha accolto lui e il suo kayak. Proprio questo legame lo ha spinto a preservarne l’integrità".
I Festival
Spotlight Documentary Film Awards
Spotlight Platinum Award
Rome lndependent Prisma Awards
Premio Migliore Colonna Sonora - Giorgio Labagnara -
Premio Migliore Cortometraggio Documentario
Spotlight Film Awards
Spotlight Platinum Award
Oniros Film Awards
Best Documentary
Festival International Nature Namur
Prix de l’Environnement
Venice Film Awards
Best Short Documentary
New York Movie Awards
Honorable Mention Short Documentary
Milan Gold Awards
Best Short Documentary
Hollywood Gold Awards
Silver Award Short Documentary
Florence Film Awards
Best Short Documentary
GPFF Gran Paradiso Film Festival -Trofeo Stambecco d'Oro
Premio CortoNatura
Premio Parco Nazionale Gran Paradiso
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Manuel Camia
L’essere nato il 2 maggio dell’Ottantanove aiuta a spiegare i capelli bianchi in foto, esattamente come l’essere cresciuto negli anni '90 testimonierà come certe passioni siano figlie di quella generazione che oggi viene identificata come “millennials”.
Nell’infanzia affondano le radici del mio amore per la natura e il cinema, solo che allora non potevo attribuire a Spielberg il mio desiderio di diventare paleontologo prima e archeologo poi. Mi diplomo al Liceo Scientifico Tecnologico "Enrico Fermi" e nel 2015 concludo la mia avventura nel corso di Produzione della Scuola Civica di Cinema, oggi Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Nel mentre inizio a lavorare come Filmmaker, realizzando spot e videoclip.
Tra il 2015 e il 2016, l’anno che mi avrebbe inserito a pieno titolo nel mondo del lavoro la mia corsa subisce una sonora battuta d’arresto. Due malattie autoimmuni mi confinano per quasi un anno tra casa e ospedale. Film, libri, videogiochi, fumetti diventarono ancore a cui mi aggrapparmi in quei mesi di cambiamento, ma furono soprattutto le storie vere e gli esempi di altre persone a darmi convinzione e sostenermi.
Come le testimonianze di persone autentiche e le loro gesta erano riuscite non solo a intrattenermi, ma a sostenermi, così avrei potuto mettere a disposizione gli studi e la mia passione per raccontare nuove storie capaci di coinvolgere o attivare altre persone tra il pubblico.
L’autenticità si combinava a cifre stilistiche diverse come quella del cinema o del documentario, enfatizzando e rendendo più fruibile il messaggio veicolato.
Il primo obiettivo divenne allora quello d’investire il mio tempo per raccontare la bellezza del mondo senza dimenticare le sfide del nostro tempo, i problemi ambientali come le diseguaglianze sociali.
Partendo da questi presupposti è facile capire perchè stia dedicando la mia attenzione alla realizzazione di documentari dove l’impegno personale si fonde con grandi tematiche di attualità, del perchè abbia realizzato video di divulgazione dedicati ad ambiente e salute oltre a fondare un’associazione culturale di creativi attenta ai temi sociali e green.
Ragionare sul perchè mi sia sempre sentito spinto verso questa professione così incerta e spesso poco considerata, invece che crearmi dubbi è stato il motore per viverla più intensamente, consapevole che libertà e autenticità devono guadagnarsi con strade in salita e poco tracciate.