Adele Nardulli

Imprenditrice, paladina di un modello di PMI fondato sulle Persone

Founder e CEO di Landoor agenzia di traduzioni

Adele Nardulli

Da oltre trent’anni alla guida di società di traduzioni – da Trans-Edit Group a Landoor – miranti a portare reale innovazione nel mondo dei servizi linguistici, grazie a un modello di impresa capace di ribaltare i paradigmi tradizionali delle relazioni tra le Persone.


Tutto, nel mio curriculum, fa capo allo studio, alle persone e alla comunicazione. Da quando, a 10 anni, prima di scendere in spiaggia, ripetevo le frasi dell’insegnante di inglese allo specchio per mettermi alla prova con i bambini stranieri. Un percorso che ho approfondito alle superiori, alla Civica Scuola Interpreti e Traduttori di Milano, ora Altiero Spinelli e, in contemporanea, alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Statale di Milano. Prima di buttarmi nel lavoro: sapevo di volere una professione autonoma e creativa.

Ed è quello che ho fatto, in quasi trent’anni in “Trans-Edit Group” e poi, dal 2017, con un gruppo di fedelissimi, in Landoor. Qui il paradigma human-to-human, che mette al centro le persone – dipendenti, collaboratori, clienti – è diventato imprescindibile. Non una semplice agenzia di traduzioni, ma un avamposto per un nuovo umanesimo digitale, con una mission sempre più incentrata sulla ricerca di una lingua comune tra Persone e popoli diversi.

Un percorso che ho consolidato negli anni, incentivato da tanti riconoscimenti, in primis l’Ambrogino Imprese di Piazza Mercanti e il premio Corporate Social Responsibility (CSR) di Unioncamere e Regione Lombardia, conferiti tra il 2014 e il 2016 a Trans-Edit Group, entrambi uno sprone a proseguire con un impegno ancora maggiore e con l’intento di porsi a modello ispirazionale per altre PMI italiane.

Nulla di strano quindi se, per la neonata Landoor che, come suggerisce il nome, è una porta spalancata sul linguaggio e su tutti i Paesi del mondo, ho scelto come sede il business hub di Copernico Centrale. Qui ho trovato terreno fertile per poter trasferire i programmi di welfare aziendale che da sempre avevo riservato ai miei dipendenti e collaboratori: le sessioni sportive, le giornate di informazione sanitaria, i servizi salvatempo. E la mia visione, che mette al centro la Persona. Così le nuove gratificazioni non si sono fatte attendere: dal premio Women Value Company di Fondazione Bellisario al premio semifinalista di Eccellenze di impresa di Harvard Business Review, GEA e Arca sgr.

E, ancora, le chiamate come relatrice ai tavoli del Parlamento Europeo, di Regione Lombardia, Ministero del Lavoro e Commissione permanente su Lavoro e Previdenza sociale del Senato, nonché a convegni sul tema del benessere aziendale e dello smart working. Ultimo in ordine di tempo il master in Management della Facoltà di Economia dell’Università di Genova. Nonché i contributi a due libri: “Un welfare aziendale per le donne” di Filippo di Nardo e “Tutta questione di benessere” della già Welfare manager di Nestlé, Elisabetta Dalla Valle.

Cosa mi ha guidato, in tutti questi anni? La consapevolezza che mai come oggi il nostro settore sente la sfida della tecnologia e dell’intelligenza artificiale e si pone ossessivamente il quesito “quale sarà il destino di noi traduttori nei prossimi anni? La convinzione che, mai come oggi, una visione basata sul ruolo insostituibile della Persona nel processo traduttivo possa dare un futuro alle nuove generazioni che sono oggi nelle sapienti mani dei validissimi insegnanti di Fondazione Milano – Lingue. E la risposta è, nella mia visione, la creatività e la sensibilità della mente umana, che non potranno mai essere sostituite dalla traduzione automatica: il futuro del traduttore sarà nelle figure del transcreator, del post-editor, del localizzatore. Non una nuova professione, ma una figura di “traduttore evoluto”.

Ed è con questa consapevolezza che Google translate non ci fa più paura, anzi noi lo sfidiamo e, sulla schermata, invece di selezionare le due lingue, selezioniamo Human-to-human!

Adele Nardulli
Dipartimento
CIVICA SCUOLA
INTERPRETI E TRADUTTORI
ALTIERO SPINELLI
Corso
Traduzione
Combinazione Linguistica
Inglese - Tedesco
Ultimo anno frequentato
1988
Professione
Imprenditrice, paladina di un modello di PMI fondato sulle Persone
Founder e CEO di Landoor agenzia di traduzioni
Città
Milano ITALIA

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Ho un meraviglioso ricordo, ma soprattutto un importante lascito professionale, di una grande traduttrice e insegnante che purtroppo è mancata qualche anno fa, la mia più brillante insegnante di versione inglese, Hilia Brinis.
La “Brinis” non era un’insegnante come le altre. Non si soffermava sulle singole parole, non passava l’ora di lezione a farci discutere sulla correttezza di una scelta terminologica piuttosto che di un’altra. Per lei non esisteva la scelta perfetta, la soluzione definitiva, valida per tutti e per tutti i contesti. Per lei c’era il flusso del discorso, una sorta di “flow of consciousness” di woolfiana memoria. Ricordo i nostri primi mesi, tra i tentennamenti e l’insicurezza che tutti noi, giovani aspiranti traduttori, vivevamo di fronte a questa figura apparentemente altera e indiscutibilmente autorevole. “Cosa vuol dire questo? Come lo traduco?”, già pronti ad agguantare il dizionario. E ci fermavamo nel bel mezzo della frase che eravamo chiamati a tradurre a vista. Ma lei ci incitava: “Vai avanti, non fermarti, non importa se non trovi la parola giusta ora, la troverai dopo, segui l’onda!”
Mai insegnamento è stato più prezioso nel mio percorso professionale. Mai formazione è stata più concreta e intelligente. La mente elabora la soluzione una volta entrata nella dimensione del discorso, nella sua dinamica associativa, la trova quando è lasciata agire indisturbata. E questo avviene solo quando si distoglie l’attenzione dal particolare e si apre lo sguardo sulla visione di insieme. Sul testo nella sua interezza, che, trattasi di un libro o di una presentazione aziendale o, ancora, una pagina web, rappresenta sempre un’“opera” a sé.

Adele Nardulli